Here with me
Oh I am what I am
I do what I want
But I can’t hide
Oh I am what I am
I do what I want
But I can’t hide
http://archivioartisti.blogspot.com/2012/02/sylvie-renault.html
sentire una specie di orchestra
suonare suonare suonare suonare
zum zum zum zum zum zum
zum zum zum.
Oggi ho in testa questa! 🙂
La musica più di ogni altra cosa influenza la mia pittura.
A volte è solo di compagnia tra una pennellata e un’altra, altre volte è invece la condizio sine qua non per lo sviluppo del quadro.
Cosi’ ogni volta che impugno il pennello, rimetto la stessa musica, ascolto le stesse canzoni, legate alle emozioni che sto provando o che vorrei tirar fuori attraverso quel dipinto.
Le note raggiungono il fondo dell’anima, si fondono al colore, si fissano alla tela.
Così, al fine di farvi capire anche questo mio aspetto, ho pensato di creare una nuova sezione: la Painting Soundtrack.
Qui troverete, associate ai diversi quadri, le diverse colonne sonore che li hanno ispirati, con stralci di frasi e porzione di testi che più fra tutti contraddistinguono il quadro stesso.
A volte è una canzone sola, a volte delle vere proprie playlist.
Provate! Anche per me è stato un bel esperimento!
Trovarsi davanti al quadro finito riascoltando e leggendo le emozioni ad esso associate.
Spero che l’idea vi piaccia… e soprattutto che vi racconti qualcosa in più di me.
“…E’ un luogo comune quello di credere che si vede con gli occhi. Indubbiamente gli occhi sono indispensabili per vedere; eppure ci accorgiamo come molte persone, a volte la maggior parte, che pure hanno un’ottima vista, vedono poco, nel senso che non vedono ciò che guardano. Sviate dai pregiudizi o dai luoghi comuni, o semplicemente non educate a vedere, non colgono l’essenza formale e il conseguente significato di ciò che vedono.
Ma allora non si vede solo con gli occhi, o meglio, non bastano gli occhi per vedere. Si potrebbe dire che è fondamentale per vedere il binomio occhio-cervello, eppure anche questo non è del tutto vero. Vi sono persone che hanno una buona vista e acuta intelligenza, eppure non vedono le forme, non ne comprendono la genesi, e tanto meno il mondo dei significati che esse trasmettono.
Ciò che ci fa vedere a fondo nelle forme è la – percezione visiva-. La percezione è la presa di coscienza che noi facciamo del mondo esterno tramite l’osservazione e la conoscenza degli oggetti e delle cose che formano l’ambiente che hanno stimolato i nostri sensi, della vista, dell’udito e del tatto, e anche degli odori e dei sapori.
Ma soprattutto, vedere il mondo circostante e gli oggetti che lo compongono, significa sviluppo della coscienza critica sulle ragioni delle forme che vediamo, domandarsi il perché delle cose, perché certe cose sono fatte così e non così, perché certi fatti accadono in quel modo e non in un altro, e valutare se quel modo è proprio quello giusto, e, se non è quello giusto, quale sarebbe allora quello giusto…
…Il guardare è una dote naturale che tutti abbiamo. Anche gli animali guardano, ma non sempre vedono in profondità se non aiutati dall’istinto. Il vedere implica invece un’educazione, un allenamento, un vero e proprio lungo tirocinio analogo a quello che fa l’allievo di pianoforte al conservatorio di musica sottoponendosi a lunghi esercizi di solfeggio e di scale musicali…”
Attilio Marcolli – “Teoria del campo”