Ogni quadro ha la sua storia.
E ultimamente a me piace raccontarla.
Living without you parla del distacco e della conseguente rinascita.
Il distacco naturale della vita, come quello tra una madre e una figlia, che prima avviene tramite la crescita e poi tramite la morte.
Eguali fattori della stessa equazione.
E’ la madre che genera la figlia dalle sue spoglie o la figlia che genera se stessa dalla madre che la sta abbandonando?
Morte o parto?
Fine o inizio?
Uguale dolore.
Medesima rinascita.
Lo scorso anno tre donne stupende vicine al mio cuore, hanno sperimentato su se stesse questa naturale quanto straziante trasformazione.
Michela, Chiara e Chiara.
E io le ho accompagnate per quanto a me possibile in questo viaggio.
Ed è a loro che voglio dedicare questo dipinto.
E alle loro tre splendide madri.
In particolare a Annagrazia, che mi ha fatto conoscere, a soli 16 anni, la canzone che ha ispirato questo quadro “Living without you”, di George Winston, alternato a una fantastica Caterina Caselli, con “Insieme a te non ci sto più”.
Vi consiglio di guardare le sue pennellate cangianti ascoltando questa musica.
…è come se ogni mio dipinto vivesse di vita propria.
E quando io ho deciso stop, quando la mia progettazione è finita, dicesse “ti prego, perchè vuoi privarmi di un’altra pennellata???”.
Continuo a dipingere “Linving without you” pensando “sta sera lo finisco”… e mi trovo di fronte a un quadro infinito… che racconta e vuole raccontare della rinascita di tutti.
Lasciare la parola all’Artista consente di penetrare pulsioni profonde e motivazioni, idiosincrasie e passioni.
La conoscenza di quanto sottende alla creazione di un opera può essere illuminante e la spiegazione di un progetto ne completa l’intelleggibilità.
Nel caso dei lavori di Sylvie Renault aggiunge godimento intellettuale a quello instintivo della pura fruizione estetica, già appagata dall’innegabile fascinazione che esercitano linee e colori, composizione e tessitura cromatica. Opere che ci conducono a un’immersione totale in un mondo fatto di luci e di forme che si dipanano in labirinti da esplorare.
Beppe Paolomba
MOSTRA PIU’ FALSO DEL VERO
Castel Nuovo, Sala Carlo V. Napoli
07/03/2012-09/04/2012
SYLVIE RENAULT
In una cornice affascinante, colma di riferimenti storici, il Maschio Angioino, si terrà dal 7 Marzo al 9 aprile 2012 la mostra “Più falso del vero”.
Costruita intorno al concetto di ricerca sulla percezione del reale e di come l’Arte, modifichi questa stessa percezione, falsificando in definitiva, la realtà stessa, questa esposizione darà respiro e visibilità a diversi autori, costituendosi in due momenti espositivi: le personali e la collettiva; in questo secondo momento avremo occasione di vedere le opere di Sylvie Renault.
Teste di ponte della visione dell’artista sono due tele: Le porte del sogno e ζ Ret.
Di forte impatto visivo e soprattutto emotivo, queste immagini, delle vere e proprie apparizioni, supportate dai colori vibranti e pieni, inducono all’introspezione, alla ricerca del sé. Risucchiato dai pieni e dai vuoti, il nostro sguardo scivola, si perde nelle innumerevoli evoluzioni: pieghe dell’anima, mutevoli cambiamenti dell’essere. Galassie sconosciute si aprono a noi, argonauti persi nel costante adempimento delle nostre missioni, spazi siderali creati su un’unica forma coerente: il cerchio, la sfera, utilizzata dalla natura come esempio di perfezione e dall’artista come cifra di un’imperfezione possibile: una costruzione utile all’esplorazione dell’infinito emotivo, ricca di tassellature del piano e dello spazio, perso in geometrie interconnesse che evolvono in forme differenti, ma sempre riconducibili alla matrice; come un dna, comune a tutte le forme di vita ma generatore di un’incalcolabile diversità.
Non siamo di fronte ad un uso razionale della geometria di sapore Escheriano, quanto più alla ripetitività evolutiva della decorazione aniconica, anch’essa colma dell’angoscioso interrogativo che porta l’essere umano a scandagliare le profondità delle sue sensazioni.
Colmando di segni grafici tutta la superficie, l’artista comunica la totalità dell’emozione provata ed espressa, forza motrice di un meccanismo inarrestabile, vulcanico nella sua energia esplosiva, ed altrettanto travolgente; un horror vacui, un riempimento ossessivo dello spazio: un’esperienza totalizzante che ci porta alla rivelazione di nuove estensioni sia mentali che fisiche.
Nulla potrebbe impedire la trasposizione di questi segni poderosi su una parete o su una superficie ancor più complessa e articolata, un nuovo Galla Placidia, una nuova Santa Sofia trasformati, attualizzati in un planetario delle emozioni.
Opere come lenti d’ingrandimento, riflessi dell’anima, spazi imperfetti che ci consentono di ritrovare giorni perduti o di proiettarci in un futuro ancora tutto da costruire.
Maria Rosaria Fantin
http://archivioartisti.blogspot.com/2012/02/sylvie-renault.html