L’arte di morire
Piango. Scrivo e piango.
Dopo tanto tempo che non succedeva, scrivo e piango.
La mamma di una delle mie più care amiche sta morendo, e io non posso far altro che piangere e coccolare il suo coniglietto che sta qui da me.
Non ho una macchina, nè i soldi per il taxi per raggiungerla.
E poi domani c’è il lavoro, sono rischio contratto, come potrei mancare.
Vorrei essere con lei.
Portarle il mio supporto, la mia presenza, il mio silenzio.
E con lei ascoltare.
Ascoltare la vita della morte.
[…] Soprattuto in Oriente la morte è più rispettata della vita, e l’Oriente ha vissuto a lungo per arrivare a questa conclusione. In Occidente la vita è più rispettata della morte, per questo esistono tanta tensione, tanta preoccupazione, tanta angosica e tanta follia.
Come mai? Se il tuto rispetto è tutto rivolto alla vita, avrai paura della morte e, in questo caso, sarà qualcosa di antagonista, un nemico e, se è il nemico, rimarrai teso tutta la vita, poiché la morte può accadere in qualsiasi momento. Tu non l’accetti, la rifiuti, ma non la puoi distruggere.
Non è possibile distruggere la morte.Puoi rifiutarla, puoi negarla, puoi averne paura, esserne terrorizzato; comunque sarà presente.
[…] Ogni volta che sei preda della paura, qualcosa ti ha dato un segno della morte.
[…]Qualsiasi cosa temi, se scruti in profondità, troverai sempre da qualche parte l’ombra della morte.
[…] In Occidente viene rispettata la gioventù, un fenomeno transitorio: ti sta già scivolando via dalle mani.
In Oriente si rispettano i vecchi, poiché qui è rispettata la morte. La vita è solo una parte, la morte è il culmine. La vita è solo il processo, la morte è il crescendo. La vita è solo il movimento, la morte è la realizzazione. E le due cose sono un tutt’uno! Dunque cosa rispetterai di più: la via o la meta? Il processo o la fioritura?
La morte è il fiore, la vita non è altro che l’albero. […] Ecco perché in Oriente la morte è accettata; non solo, le viene dato il benvenuto; è un ospite divina.
Quando bussa alla porta, significa che l’universo è pronto a riaccoglierti nel suo grembo.
[…] La morte è un fenomeno così bello, e uno dei più misteriosi! Non la si dovrebbe sfuggire!
[…] Si deve stare in silenzio. Se riesci a resare in silenzio quando la morte è presente, all’improvviso vedrai molte cose, poiché la morte non è soltanto una persona che smette di respirare: accadono molte cose: quando una persona muore, la sua aura inizia a svanire. Se sei in silenzio lo puoi sentire: una forza energetica, un campo di nergia vitale che inizia a svanire e ritorna al centro.
[…]Se sei seduto vicino a una persona morta, percepirai una brezza sotile soffiare verso il cadavere e tu ne verrai attratto. Il morto sta contraendo tutta la sua vita, l’intero campo di energia che era in vita.
[…] le hai dato parte della tua vita e quella parte tornerà a te. Ecco perché, quando la persona che ami muore, senti che qualcosa ha lasciato anche te: anche in te muore qualcosa.
Ora esisterà una profonda frattura, una ferita profonda. Quando l’amato muore, qualcosa muore anche nella persona maata, poiché i due erano profondamente coinvolti. E se hai amato moltissime persone, per esempio, se muore un essere come il Buddha, da tutto l’puniverso l’energia retrocederà verso il centro. Sarà un fenomeno universale, poiché sono coinvolte moltissime esistenze, milioni di vite e da tutte le direzioni l’energia ritornerà al centro. Le vibrazioni che sono state elargie a molti esseri li lasceranno e si muoveranno verso il centro originale: torneranno a essere una concentrazione vicino all’ombelico.
[…] Quando un uomo muore, cioè quando smette di respirare, tu pensi che sia già morto; non lo è: quel processo richiede tempo. […] l’energia ha bisogno di tempo. […] poiché la vita non è limitata al corpo, è un fenomeno energetico.
[…] La morte è una soglia, non un arresto. La consapevolezza si sposta, viceversa, il tuo corpo si ferma su quella soglia, nello stesso modo in cui voi siete arrivati fino a questo Auditorium , ma avete lasciato le scarpe sulla soglia. Il copro viene lascito fuori dal tempio, mentre la vostra consapevolezza ci entra.
[…] La vita non è la fine, è solo una disciplina per imparare l’arte di morire. Ma tu hai paura, sei terrorizzato: alla semplice parola “morte” inizi a tremare. Ciò vuol dire che ancora non hai conosciuto la vita, poiché la vita non muore mai: non può morire! Da qualche parte nel tuo essere ti sei identificato con il corpo, con il meccanismo. Il meccanismo dovrà morire, non puo’ essere eterno, poiché dipende da molte cose: è un fenomeno condizionato.
[…] Se vuoi conoscere la morte, muori! Questo è il solo modo per conoscerla.
E se vuoi conoscere la vita, vivi!
Tu sei vivo, ma non stai vivendo. E morirai, senza tuttavia morire. Questo perché tutto in te è tiepido.
Sei vivo? Non esattamente. Ti limiti a trascinarti. In qualche modo, bene o male, ti tiri dietro!
Vivi il più intensamente possibile! Brucia la tua candela della vita da entrambi i lati!
Bruciala così intensamente… anche se si esaurisse in un secondo, andrebbe comunque bene!
Quanto meno saprai in cosa consiste, poiché solo l’intesità penetra in profondità.
[…] Fa che la tua vita sia il più intensa possibile. Metti in gioco ogni cosa.
[…] Qual’è il segreto della vita? Il suo segreto è la morte; se ami, qual è il segreto dell’amore? La morte. Se mediti, qual è il segreto della meditazione? La morte.
Qualsiasi cosa accada di meraviglioso e intenso accade sempre attraverso la morte.
Si muore!Semplicemente ci si immerge in modo totale in qualcosa e si muore a tutto il resto.
[…] Di fronte alla morte, di fornte alla vita, di fronte all’amore è necessario un silenzio.
Osho – L’arte del mutamento