Estasi Barocca – Critica di Francesco Gallo Mazzeo
Estasi Barocca
Porf. Francesco Gallo Mazzeo
Il raccoglimento del segno, l’apoteosi del colore
in un miscuglio suadente, per la vista, per il tatto,
tutto volto a rincorrersi in un grande arcipelago
dorato che fa da sfondo ad una grande danza, ad
una esaltazione di cromatismi, dolci, carezzevoli, come
può avvenire in una ricerca mentale del sé, nel corpo
dell’altro, con una melodiosità, che rende in morbidezza
in una rapita contemplazione. Lo sfondo cambia, come
le ore della luce e come la suggestione dell’ombra,
cogliendo un nesso spirituale dello sguardo, quasi un
itinerario senza sosta, come una grande preghiera che
si snoda in tutte le direzioni. Un’estasi, dunque un rapimento
mistico e sensuale che attraversa il corpo invisibile del
pensiero da parte a parte, come un fantasma che prende
le sembianze di un grande reticolato, che vincola l’orizzonte
e nello stesso tempo lo libera, come una modernità barocca
che è rivolta verso un altrove dell’invisibile, senza rompere
i cordoni con una sua storia, che è quella del raccoglimento
e delle meditazioni, anche se tutto intorno è rumore,
caos, ridondanza, perdita di identità! E’ appunto questo
altrove che qui si mette insieme, con una sapienzale osservanza
di regole severe della costruzione pittorica e nello stesso tempo
di un inno alla libertà e alla gioia. Astrazione, certamente!
Decorazione, certamente! Ma nel senso dell’accoglienza,
delle citazioni, del mescolamento, che è il senso più
alto dell’inattualità e del fascino di ciascuno di noi in
questo enigma, di cui non possiamo e non vogliamo fare
a meno.